Vicino Mostar, in Bosnia Erzegovina, c’è una piccola cittadella turco ottomana che sorge sul fiume Buna. Vi parliamo di Blagaj. Questa tappa era stata studiata fin dall’inizio del nostro tour balcanico e vogliamo condividere con voi l’emozione di questa visita.

Blagaj Tekija

Il villaggio di Blagaj, che ha una storia millenaria, risalente al popolo degli Illiri, fu conquistato nel 1466 dagli ottomani che lasciarono il segno. Tra le varie ricchezze di Blagaj, che era strutturato come una kasbah, oltre a ponti, moschee, mulini, la vera attrattiva è il monastero derviscio. Il monastero Tekija fu costruito nel 1520, ed è proprio questo luogo ad attrarre oggi visitatori a Blagaj.

Come raggiungere il Blagaj Tekija

Per visitare una buona porzione di questo territorio abbiamo scelto di fare base a Mostar. La città è bella e si trova in un punto molto strategico.
Per raggiungere il Blagaj Tekija di mattina presto, in auto, sono bastati 10 minuti di guida. La strada è molto semplice. Bisogna uscire da Mostar verso sud fino ad incrociare la M6.1. Di qui andando sempre dritti si trovano indicazioni inconfondibili.
Da Mostar partono alcuni autobus, ma si può anche approfittare di visite guidate che vi portino alla scoperta di altri luoghi nella stessa giornata.

La nostra esperienza al Blagaj Tekija

Partiamo da Mostar e dopo circa 12 km arriviamo. Parcheggiamo fuori, in un’area attrezzata, al costo di 4 Marchi (2€) per l’intera giornata.

Facciamo pochissimi metri a piedi e, da lontano, iniziamo a scorgere una piccola parte del monastero. Camminiamo costeggiando alberi e piccole bancarelle che vendono prodotti tipici e souvenir, con prezzi molto modesti, e ci lasciamo trasportare dal suono dello scorrere del fiume Buna.

Il fiume Buna

Il fiume Buna

Arrivati al cancelletto del giardino del monastero prendiamo il biglietto, 6 Marchi (3€) a persona.
Dopo pochi passi vediamo, incastonato in una gola rocciosa, l’accogliente monastero. Lo scenario è un vero e proprio spettacolo della natura, la costruzione è incastrata fra la roccia e la riva del fiume. Il fiume Buna esce direttamente dalla roccia, il suo percorso fino a quel punto sotterraneo vede la luce proprio in quel punto, proprio sotto la presenza contemplativa del Blagaj Tekija. Il suo stile architettonico è  prettamente ottomano ma non mancano richiami occidentali. Prima di visitarlo internamente si attraversa un cortile dove si può mangiare o bere semplicemente un buon caffè turco, godendo della splendida visuale.
Qui notiamo che oltre alla presenza numerosa di bosniaci, non mancano turisti provenienti da ogni parte del mondo, tra cui molti motociclisti italiani.

Affascinati dalla bellezza del fiume e dalla grandezza delle rocce che abbracciano il monastero, decidiamo di entrare subito. All’entrata ci accoglie un uomo che ci chiede gentilmente di togliere le scarpe, custodite ed ordinate alcune a terra ed altre su di uno scaffale, offrendo poi alle donne un velo per coprire il capo e agli uomini per avvolgere le gambe, se scoperte. La visita è molto veloce in quanto le stanze, distribuite su due piani, sono molto piccole e adornate in maniera semplice. Tutte però hanno dei bellissimi tappeti e divani con colori tipicamente ottomani, a dir poco meravigliosi. Oltre al bagno e alla cucina, c’è una piccola biblioteca, con vari volumi scritti in arabo, che ospita al suo interno un piccolo spazio adibito per la lettura del corano.

Blagaj Tekija

Blagaj Tekija

Ammaliati dal silenzio che dolcemente si fonde con la spiritualità del luogo, siamo costretti ad uscire. Il percorso è breve e la visita è, purtroppo, già finita. Ma noi non molliamo. Non ci va proprio di lasciare questo bel posto e così decidiamo di camminare nello spazio sottostante il monastero. Qui è possibile attraversare il fiume su una lingua di roccia. Bisogna stare attenti in quanto il muschio ha attecchito molto bene sulla roccia e non è difficile perdere l’equilibrio. L’acqua appena uscita dalle viscere della montagna è particolarmente fredda, cadere non sarebbe tanto piacevole.

Nel pieno della visita prendiamo coscienza di quanto siano confermate alcune nostre convinzioni. Abbiamo scelto di visitare i Balcani e la Bosnia non solo per gli aspetti naturalistici di questi posti, ma soprattutto per quelli culturali. Il nostro pensiero va a fondersi con l’acqua che scorre sotto al Blagaj Tekija.
Immaginiamo come un tempo ci fosse una pacifica convivenza di culture e religioni diverse. Questo territorio ancora oggi mette a strettissimo contatto popoli diversi. Nel raggio di pochi chilometri ci sono moschee, il Blagaj Tekija, appunto, Medjugorje. I buchi dei proiettili visti sui muri un po’ ovunque altro non sono che una assurda parentesi che non sarebbe mai dovuta esserci. Da qualche anno avevamo puntato questa visita e non siamo per niente pentiti. Si respira un’aria di ottimismo e il turismo sembra crescere. Nel nostro piccolo vogliamo alimentare questa fiducia invitandovi a non sottovalutare questo Paese. Vale davvero la pena visitarlo, anche come lezione morale verso valori che spesso perdiamo di vista.

Torniamo a noi però, continuando a scendere beviamo prima un ottimo caffè in uno dei ristoranti tipici dislocati lungo il fiume e poi decidiamo di rilassarci, ascoltando il rumore dell’acqua e guardando quella natura così incontaminata. Approfittando del bar posto proprio sulla riva del fiume riusciamo a scattare qualche foto che riesca a dare l’idea dell’intero scenario in cui si trova il Blagaj Tekija.

Blagaj Tekija

Blagaj Tekija

Ad essere sinceri abbiamo provato a sfidare madre natura e immergiamo per due secondi i piedi in acqua. Impresa ardua, è freddissima, ma in compenso ci siamo rinfrescati.

 

 

 

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