Meno 4, meno 3, meno 2, meno 1. Ovviamente non stiamo facendo il conto alla rovescia per l’arrivo del nuovo anno, ma per quello di una nuova primavera. All’incirca due settimane fa il nostro breve viaggio a Budapest ha preso forma e si è cristallizzato in una particolare cornice spazio temporale e “metereologica”.
Prima impressione: freddo, tanto freddo, ma se ben equipaggiati tutto è sopportabile.
Il vento è a tratti pungente, il ghiaccio divora l’asfalto, eppure c’è tanta magia lì intorno.
Gli alberi sono statici e con un velo di bianco, il cielo è grigio, nebbioso, spento, ma avvolgente.
Non ci sono urla a Budapest, nè schiamazzi, nè caos, a gennaio.
C’è soltanto una vita che scorre, lenta, piena di respiri e sospiri.
Tutto ciò che vediamo passare davanti ai nostri occhi è catturato dalla mente e con la giusta dolcezza trova subito una sua collocazione, pronta per riapparire e svelarsi, se evocata.
E così è accaduto con la vista del signor Danubio.
Il Ponte delle Catene
Poco prima di perderci nella sua bellezza veniamo catturati dalle meravigliose luci e dalla maestosità del Ponte delle Catene, È pomeriggio inoltrato.
Che meraviglia, è così lineare, perfetto, protettivo.
Il Ponte delle Catene, dalla struttura interamente in pietra e ferro battuto, fu costruito e poi inaugurato nel 1849 per volere del conte ungherese István Széchenyi, da cui il ponte prende il nome. Venne distrutto durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi per impedire l’avanzata russa e per poi essere ricostruito nel 1949.
Collega Buda e Pest, un tempo divise, ed ha una campata centrale enorme e all’entrata ha due belle statue di leoni.
Il Ponte delle Catene è molto imponente.
Ti avvicini e cerchi un contatto, ma basta poco, ti fermi ed avverti una strana paura, tutto si muove. Già, sono le macchine che scorrono velocemente, senza far rumore. Che stranezze in questo nostro viaggio a Budapest.
Ponte delle Catene – Budapest
Ponte delle Catene – Budapest
Ponte delle Catene – Budapest
Il Danubio
Allora decidi di continuare a camminare, tanto per non farti prendere da strane fobie. Ma non puoi farlo per molto. Hai al tuo fianco il Danubio che da gran signore ti avvolge in tutto il suo splendore.
Lui scorre trascinando con sè pezzi di ghiaccio, alcuni grandi, alcuni più piccoli, è vita.
I nostri occhi non avevano mai visto nulla del genere, hanno pertanto catturato quell’immagine colorandola
di prospettive.
Lì dal ponte, ad una certa altezza, cercando di non sporgersi troppo, si osserva l’acqua scorrere e si assiste con piacevole ammirazione all’incontro e scontro di lastre di ghiaccio.
Vorresti aiutarle a non scontrarsi, vorresti vederle unirsi, vorresti che si fermassero e non continuassero il loro cammino, forse breve o ancora lungo, chissà.
Immagini anche che il ponte da un momento all’altro possa crollare e che magari sia proprio quel bel pezzo di ghiaccio lì sotto a salvarti la vita.
Si mescolano i pensieri, si confondono, e si abbandonano a quelle immagini per poi fondersi con esse, con la loro essenza.
Lì, nell’incontro di Buda e Pest, tutto è possibile. In quel perimetro di sensatezza e di vita che scivola c’è un velo che si svela, o meglio si disvela. Quel velo è la durezza e la forza del ghiaccio che si scioglie pian piano nella sua corsa contro il nulla.
È la vita, è l’esistenza stessa che si manifesta.
Danubio ghiacciato a Budapest
Danubio ghiacciato a Budapest
La magia
Ogni volta che osserviamo un pezzo di mondo, c’è un contatto e guai se non fosse così. I luoghi ci parlano, non sono assenti.
Il Danubio è uno di questi luoghi, è presenza, i suoi ghiacci trascinati sono i pensieri che ci portiamo dietro, la sua bellezza è nostra eccezionale carica vitale. A suo modo ha dato calore al nostro invernale viaggio a Budapest.
Viaggiate, aprite la mente e godete degli spettacoli che vi offre la natura.
Il Danubio merita e merita soprattutto in inverno, quando il conto alla rovescia è già iniziato.