A inizio settimana abbiamo pubblicato la prima parte della nostra escursione. In tre giorni il tour ci ha portati da Marrakech fino a scoprire i territori dell’Atlante, la Kasbah Ait Ben Haddou, Ouarzazate e molto altro in direzione del deserto del Sahara marocchino. Riprendiamo il nostro racconto partendo dalla mattina del secondo giorno. L’avventura riparte da Tinghir, negli occhi tante nuove cose da scoprire, nell’anima inizia a farsi spazio quella che si rivelerà come un’esperienza da ricordare per tutta la vita.
Dopo poco dalla nostra partenza abbiamo potuto visitare una piccola comunità, un villaggio in cui alcune donne riunite in cooperativa realizzano tappeti come da antica tradizione berbera. I colori dei loro lavori sono straordinari, i motivi geometrici perfetti nonostante la precarietà della tecnica che prevede l’esclusivo utilizzo della memoria delle artigiane. Seppur facendo alcune soste, la giornata è stata una bella volata verso Merzouga. Durante il tragitto abbiamo visitato Ouarzazate, fermandoci in altri piccoli villaggi, ma nell’aria si iniziava già a sentire una certa adrenalina, eravamo davvero pronti per ricevere le carezze delle dune.
Escursione nel deserto del Sahara marocchino
La nostra escursione è iniziata nel tardo pomeriggio, l’ora giusta per assistere ad un promettente tramonto. Abbiamo preso subito confidenza con i dromedari e le nostre tre carovane hanno iniziato ad addentrarsi nel deserto del Sahara marocchino. Che spettacolo, i nostri occhi stentavano a crederci. Il silenzio si è fatto sempre più assordante, una leggera polvere sottile accarezzava i nostri visi. I berberi che guidano le nostre carovane sono diventati nostri fratelli, amici. Ci siamo resi conto di quanto le nostre anime siano nude di fronte ad un’esperienza del genere.
Qui si compie la metamorfosi di cui abbiamo accennato nel post precedente. Il luogo tanto atteso, il tramonto, la cena berbera, i canti, le danze e poi le stelle, la luce, la visione perfetta del carro. Chiudendo gli occhi possiamo sentire ancora la bellezza e la vicinanza con il cielo stellato. Sentiamo ancora la nostra libertà fondersi con quella dei nostri vicini, ricordando le coperte lasciate cadere sulla sabbia e forse venti, trenta, uomini e donne addormentarsi tutti con lo sguardo verso l’immenso.
Il risveglio
Alle 4 del mattino i nostri accompagnatori ci hanno invitati a metterci in cammino. Avevamo dormito sotto un cielo stellato come mai avevamo avuto occasione di ammirarlo prima. Ancora una volta silenzio, sabbia, dune, dromedari rispettosi e lei, l’alba: nuova vita. Le nostre anime ringraziano quella luce e man mano che i passi lenti dei nostri amici a 4 zampe riprendono il cammino, una parte del nostro essere si unisce tra quei granelli di sabbia, abbandonato al desiderio, con la promessa di un rincontro.
Apriamoci sempre a nuovi orizzonti e, per quanto riguarda questo luogo magico, non pensateci molto, organizzate il vostro viaggio (davvero in economia), la cultura araba e berbera vi aspettano.
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