Per quanto vogliamo fare la parte degli emancipati, di quelli che volgono lo sguardo al futuro e all’internazionalità, restiamo sempre italiani e, da italiani, contribuiamo anche noi ad alimentare in un certo senso lo stereotipo dell’italiano in vacanza.
Questo è un post fra il serio ed il faceto. Siamo sicuri che, chi più chi meno, anche voi vi ritroverete in questo post. Ecco quindi un po’ di ironia applicata al nostro viaggio estivo in Slovenia e Croazia.
Sono passati alcuni mesi ormai, ma tempo fa vi abbiamo parlato del nostro viaggio fra Slovenia e Croazia. In questo post generale potete ritrovare le informazioni utili a programmare il vostro itinerario. Nel post avevamo riassunto i costi per raggiungere la Slovenia partendo da Roma, individuato le monete locali, i costi autostradali e persino i costi delle sigarette. Ma non vi abbiamo detto che da buoni italiani eravamo organizzati anche sul cibo!!!
Il frigo di famiglia
Ogni italiano che si rispetti ha un frigorifero portatile in famiglia. Di solito viene tramandato di generazione in generazione ed è il classico contenitore termico, in plastica, da portare in spiaggia. Alla vigilia della nostra partenza ho deciso di compiere il grande passo verso la maturità, sono quindi andato da mio padre a chiedere il passaggio del testimone. Papà, mi presti il frigo per un paio di settimane? Lui ha acconsentito con in cuore l’emozione di poter vedere finalmente un figlio camminare con le proprie gambe, mi ha fatto inginocchiare e mi ha nominato custode del frigo di famiglia. Ma a cosa serviva il frigo per il nostro viaggio in Croazia? Naturalmente serviva ad alimentare lo stereotipo dell’italiano in vacanza.
Le provviste
Riempire il frigorifero è stato un gioco da ragazzi. Da buoni italiani del sud avevamo le idee chiarissime su cosa portare con noi. Il primissimo argomento è stata la salsa di pomodoro: mia madre la fa in casa e ne abbiamo portati 6 o 7 barattoli. In secondo luogo, sempre dall’orto di mia madre, ho raccolto pomodorini e insalate buonissime. Per inciso va segnalato anche lo stereotipo della mamma italiana, del sud. L’ultimo passaggio è stato fatto in un salumificio artigianale per prendere dell’ottimo guanciale. Per rispettare lo stereotipo abbiamo portato anche qualche Peroni, sale, olio, pepe, origano etc. etc. (Qualche chilo di pasta era in una apposita busta dedicata al “secco”)
L’utilità del frigorifero e dell’orto di mamma
Tralasciando gli scherzi, in che modo torna utile questo frigo? Presto detto. Quando si viaggia on the road, cambiando città ogni giorno o ogni due giorni, si vivono orari diversi dal solito e situazioni meno comode del previsto. Capita quindi di arrivare in un posto fuori orario, di avere un momento di particolare stanchezza o semplicemente di voler fare una pausa. Durante il nostro viaggio in Slovenia e Croazia ci è capitato di voler fare semplici spuntini di insalata o frutta, ma anche di voler mangiare un buon piatto di pasta alle 11 di mattina, dopo 4 ore di macchina, per poi tuffarci in un mare stupendo a Rezanac (Zara). Per questi e altri motivi il frigorifero si è rivelato davvero provvidenziale.
La vita sociale col frigorifero
Ecco il capitolo più commuovente della questione “frigorifero”. La vita sociale di un italiano in vacanza potrebbe migliorare proprio grazie a questo oggetto. A noi piace girare per i mercati delle città che visitiamo, non sempre però è possibile fare acquisti alimentari. Col frigorifero invece si può approfittare per acquistare prodotti locali, scambiando qualche parola con i fruttivendoli, chiacchierando e facendosi consigliare. Grande arricchimento culturale. La seconda cosa, la più bella, è che si può proporre la propria cucina agli abitanti del posto.
Una serata a base di amatriciana
A noi è successo di cucinare un ottimo piatto di pasta alla famiglia che ci ha accolti nella casa sull’albero di Rijeka. Questa famiglia non aveva grande esperienza di cucina, e nemmeno di assaggio, sulla pasta. Mettiamoci il fatto che qui erano ospiti anche tre italo-argentini della Patagonia e il gioco è fatto. Lo stereotipo dell’italiano in vacanza trova ancora una volta terreno fertile in una serata fatta di amatriciana, gricia, pomodoro e tanta allegria. Abbiamo cucinato in un clima bellissimo, qualcuno si meravigliava del cronometro usato per calcolare la cottura della pasta, qualcuno definiva il sugo come “soave”. Uno dei commensali ha confessato che di solito capisce che la pasta è cotta buttando uno spaghetto sul vetro della finestra: “se resta attaccato allora è cotta!”
Fra una risata e l’altra abbiamo fatto un viaggio bellissimo, riassaporando casa nostra ogni tanto ma rimanendo sempre curiosi di provare tutto ciò che la cucina locale potesse offrire. A parte l’ironia del post e un fondo di verità, bisogna sempre lasciare una porta aperta alla cultura, anche culinaria, dei luoghi che visitiamo. Resta però sempre accesa la nostra forte identità di italiani. Non è un caso se in tutto il mondo ci prendono in giro per poi, sotto sotto, invidiarci.
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Grazie Mille !!!
W l’amatriciana “artigianale” in viaggio, cucinare per altri è sempre un momento bellissimo di condivisione 🙂